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Più i contratti di lavoro sono temporanei più aumenta la depressione: 35-49enni sono i più depressi

Che il precariato causi danni sul benessere psicofisico degli italiani sembrerebbe non più una ipotesi ma una certezza

 

 

"Un lavoratore precario - spiega Moscone - ha una probabilità dello 0,6% maggiore di ricevere una ricetta per psicofarmaci; sembra un numero basso, ma l'entità dell'impatto della precarietà sulla salute mentale è notevole. Se le persone con contratto temporaneo aumentano di circa l'8-10%, allora il numero di depressi cresce dell'1% tra i giovani (18-34 anni), del 2,3% tra i 35-49enni, dello 0,8% tra 50enni e over-50''.

 

Da uno studio condotto dal 2007 al 2011, su 2,7 milioni di abitanti lombardi, è emerso un dato sconcertante: la prescrizione degli psicofarmaci per curare la depressione, pare aumenti in correlazione con l’aumento della precarietà lavorativa.

Il campione preso in esame, è stato, infatti, seguito attraverso il monitoraggio delle ricette mediche a loro nome (compilate da medico di base, studio specialistico, ospedale) ed è emerso, che le prescrizioni di psicofarmaci aumentano notevolmente e tale crescita pare sia strettamente correlata al lavoro che spesso manca o è saltuario e precario (studio anticipato da Censis)

 

Lo studio, condotto da Giorgio Vittadini, dell'Università di Milano Bicocca, e Francesco Moscone ed Elisa Tosetti, presso la Brunel University di Londra, offre diversi spunti di riflessione.

Il lavoro, non è solo indispensabile principio su cui si fonda la Repubblica Italiana, non solo resta strumento per guadagnare e vivere ma soprattutto è uno strumento necessario per il benessere psicofisico dell’essere umano.

Disoccupazione e lavoro precario, quindi si confermano una piaga sociale con importanti ripercussioni sul benessere psico-fisico dell’individuo.

 

La disoccupazione infatti, pare abbia consistenti effetti sull’autostima del soggetto, sulla sua realizzazione personale, sul sentirsi necessario e integrato socialmente, sul sentirsi utile e facente parte di un gruppo. Potrebbe essere anche questa la motivazione del crescente numero di suicidi in Italia?

Sarebbe infatti il lavoro precario a causare forti stati di ansia e depressione, poiché questa incertezza del domani, non offrirebbe basi su cui progettare un futuro, una crescita e uno sviluppo personale.

 

Resta adesso solo da chiedere ad esperti del settore, se questa situazione possa dare il via a diverse cause legali per intraprendere azioni contro lo Stato per i danni psichici ed esistenziali ricevuti per un diritto dovuto ma negato, quale il diritto al lavoro.